Una pagina bianca: promessa o condanna?
Ci sono giorni in cui mi sento come una pagina appena strappata da un quaderno: senza una parola, senza una direzione. E’ proprio in quell'assenza, tuttavia, che tutto diventa possibile.
L’eccitazione dell’ignoto, di un orizzonte aperto, di un nuovo inizio e di infinite strade portano con sé anche il peso, però, e la stanchezza del non sapere.
Essere una pagina bianca significa poter scegliere, ogni volta, chi diventare: un atto di creazione continua, un’avventura che inizia sempre da capo. In questo vuoto c'è il profumo dell'opportunità, come l'odore della pioggia su una nuova via.
E’ la forza inebriante della libertà accompagnata dalla fatica della mancanza di stabilità: un mare senza sponde, un cammino senza mappa, una continua riscrittura
Senza coraggio tutto ciò non sembra sempre un dono, se ne avverte anzi il peso: ogni possibilità è anche una scelta da compiere e scegliere richiede energia, forza d’animo, lucidità…
… A volte, desidero solo una riga da seguire, una parola già scritta che mi dica chi sono. La verità è che siamo tutti pagine bianche in attesa di essere scritte e ogni parola scelta ci definisce un po’ di più. Ma anche se la mano trema, anche se la penna si ferma, vale comunque la pena scrivere, perché nel vuoto c'è sì la fatica, ma anche la meraviglia di scoprirsi sempre nuovi.