Per decenni la foca monaca (Monachus monachus) è stata praticamente un fantasma, protagonista di qualche avvistamento in mare aperto tanto raro da meritare annunci ufficiali e titoli di giornale in grande evidenza.
Nastri delicatissimi, disposti a spirale, formano matasse trasparenti bianco-giallastre che risaltano sulla scura roccia, in punti riparati e ombrosi.
Il suo squillante color arancione si distingue inconfondibilmente sulle pareti delle grotte sommerse o sulle rocce popolate da coralli, gorgonie e da altri animali caratteristici del coralligeno.
Accostandola all’orecchio si sente il respiro del mare. Il dio Tritone la portava sempre con sé, suonandola per placare il mare in burrasca e per annunciare l’arrivo del padre Posidone, il dio del mare.
Un grande ombrello protettivo e cibo, sempre e comodamente a disposizione.