Sono i più antichi vegetali del pianeta. Già 450 milioni di anni fa vivevano nei mari e negli oceani fino alle profondità raggiunte dai raggi del sole. E dall’ambiente acquatico partì la loro lenta, progressiva conquista dell’ambiente terrestre attraverso l’adattamento che li avrebbe trasformati in piante, dotate di radici, tronchi e rami, foglie.
Ciò che non avevano e non hanno i vegetali del mare, composti da un corpo non differenziato chiamato tallo, che non fiorisce e non fruttifica, ma che condivide con le piante il processo da cui trae energia e nutrimento, la fotosintesi clorofilliana.
Ė la clorofilla che dona il verde alle alghe contraddistinte da quel colore. Circa 1500 specie vegetali, in gran parte Clorofite, che possono essere monocellulari, pluricellulari o coloniali. E che vivono nel mare, in prossimità delle coste o comunque a profondità piuttosto basse, per poter usufruire della luce solare. Quella luce è l’elemento vitale fondamentale per il loro metabolismo. Insieme all’acqua e all’anidride carbonica che la fotosintesi trasforma in nutrienti, rendendo le alghe verdi come le piante in grado di produrre autonomamente le sostanze di cui hanno bisogno per vivere e crescere.
Questo stesso processo comporta un grande vantaggio più generale, dal punto di vista ecologico, giacchè le alghe – come le piante – assorbono grandi quantitativi di anidride carbonica, rilasciando, come scarto della produzione di nutrienti, l’ossigeno che, a sua volta, è essenziale per la vita stessa del mare e delle specie animali che lo popolano.
Le alghe verdi vivono sulle scogliere e le rocce sommerse, ancorate con rizoidi che ricordano le radici delle piante, ma anche sul sostrato sabbioso come l’Alga clava (Dasycladus vermicularis). Alcune specie vivono nelle praterie di Posidonia, la pianta marina con cui condividono la necessità di luce per la fotosintesi, sia sulle lunghe foglie che sui rizomi. Altre alghe, invece, sono epifite e sono insediate su coralli e altre alghe.
Se le alghe monocellulari si riproducono semplicemente replicandosi, quelle pluricellulari si moltiplicano quando dei frammenti si staccano dal tallo originario e poi si ingrandiscono formando nuovi organismi identici a quello di provenienza. Alcune specie liberano spore che, in condizioni favorevoli, si dividono formando altre cellule da cui derivano nuovi talli, sempre identici a quello produttore delle spore.
Le alghe verdi sono ricche di vitamine A, B e K, di minerali come iodio e ferro e di antiossidanti, tanto da essere considerate un vero e proprio superfood, anche per la notevole presenza di omega 3. Hanno, quindi, riconosciute proprietà antiossidanti e sono considerate utili al sistema cardiovascolare e cerebrale.
La più comune e diffusa alga verde, di casa nel Mediterraneo, ma presente anche negli altri mari temperati e freddi, è la cosiddetta Lattuga di mare (Ulva lactuca) della famiglia delle Ulvaceae. Vive e cresce, attaccandosi con quello che viene definito piede, che è in realtà un piccolo disco, a rocce e a sostrati sabbiosi, ma anche a gusci di animali marini. Si presenta come una lunga foglia verde e assomiglia alla lattuga terrestre ed è utilizzata anche in cucina, in varie parti del mondo. In Italia, in Campania, è l’ingrediente principale delle zeppoline di mare.
Sono alghe verdi presenti nel Mediterraneo anche l’Ombrellino di mare (Acetabularia acetabulum), l’Alga stella (Anadyomene stellata), l’Alga muschio (Bryopsis plumosa), l’Alga candelabro verde (Codium fragile), la Palla verde (Codium bursa), l’Alga mammelloni verdi (Codium coralloides), l’Alga candelabro vermiforme (Codium vermilaria), l’Alga erba (Cladophora prolifera), la Cladophora vagabonda (Cladophora vagabunda), l’Alga chetomorfa (Chaetomorpha aerea), l’Alga clava (Dasycladus vermicularis), l’Alga enteromorfa (Enteromorpha intestinalis), la Monetina di mare (Halimeda tuna), l’Alga velluto (Palmophillum crassum), l’Alga pennello di velluto (Pennicillus capitatus). l’Alga focellata (Pseudochlorodemsis furcellata), l’Alga ventaglio di mare (Udotea petiolata), l’Alga Lattuga di mare (Ulva rigida), l’Ulva intestinale (Ulva intestinalis), la Valonia (Valonia macrophysa).