"Padre Vesuvio”, fiero e silenzioso

antico guardiano del golfo di Napoli, testimone di ere e di civiltà. Con la sua imponenza, protegge e minaccia, come ogni padre severo, ma amorevole. Le sue eruzioni sono ruggiti d'amore e d'ira, le sue pendici raccontano storie di popoli, vigneti e lava.

Accanto a lui, distesa come una sirena addormentata sulle onde, c’è “Madre Partenope”, nata dal mito: la leggenda narra che non sopravvisse al rifiuto di Ulisse. Partenope è l’anima della città: dolce, accogliente e melodiosa. È Napoli, con la sua voce che canta, la sua cucina che abbraccia, la sua gente che lotta e che ama con la stessa intensità.

Padre Vesuvio e madre Partenope sono i simboli complementari di una terra di contrasti. Il fuoco e il mare, la forza e la bellezza, la distruzione e la rinascita. Rappresentano due forze archetipiche, che convivono nel carattere del popolo napoletano: la passione e la dolcezza, il coraggio e l’ironia, la sopravvivenza e la speranza. Essi sono le radici profonde da cui nasce l’identità di una città.

Napoli nasce dal mito ma vive nel presente, sempre sospesa tra l’incanto e la realtà, tra la forza della terra e la carezza del mare.

E come ogni figlio, vive dell’eredità dei suoi “genitori”: dal Vesuvio ha preso l’energia e la forza; da Partenope la poesia e il canto. Due anime fuse in una solo popolo che, nonostante tutto, continua a vivere, a sorridere, a sorprendere.

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