Ė il “segreto” naturale della colorazione rosso-rosata dei fenicotteri.
Il suo nome comune in diverse lingue compreso l’italiano la associa alle Gorgoni. E una di esse, Euriale, è evocata dall’ordine degli Euriali a cui appartiene. Ma certamente non è un mostro, come venivano considerate le figure mitologiche dalla chioma formata da serpenti. Tutt’altro.
A loro non rinuncia mai. E ogni volta che si trasferisce in una conchiglia più grande, si premura di approntare una sistemazione adeguata nella nuova casa anche per le sue fedeli compagne di viaggio. E di vita. Le uniche con cui accetta di condividere lo spazio “domestico” nel quale notoriamente non ama intrusioni, neppure da parte dei suoi simili.
Per decenni la foca monaca (Monachus monachus) è stata praticamente un fantasma, protagonista di qualche avvistamento in mare aperto tanto raro da meritare annunci ufficiali e titoli di giornale in grande evidenza.
Nastri delicatissimi, disposti a spirale, formano matasse trasparenti bianco-giallastre che risaltano sulla scura roccia, in punti riparati e ombrosi.
Il suo squillante color arancione si distingue inconfondibilmente sulle pareti delle grotte sommerse o sulle rocce popolate da coralli, gorgonie e da altri animali caratteristici del coralligeno.
Accostandola all’orecchio si sente il respiro del mare. Il dio Tritone la portava sempre con sé, suonandola per placare il mare in burrasca e per annunciare l’arrivo del padre Posidone, il dio del mare.
Un grande ombrello protettivo e cibo, sempre e comodamente a disposizione.
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