Ė un pesce. Ma dalla forma tanto particolare che si fa fatica a catalogarlo come tale.

A renderlo inconfondibile è soprattutto il caratteristico muso da cavallo. Tale da giustificare il nome scientifico latino del genere Hippocampus, il cosiddetto cavalluccio marino di cui si contano ben 54 specie. Presenti in tutti gli oceani e mari, tranne quelli freddi. Ed è diffuso anche nel Mediterraneo, dove vive a basse profondità, fino ai venti metri., prevalentemente tra le rocce dei fondali o nelle praterie di Posidonia, ma anche in zone salmastre.

Di piccole dimensioni, può raggiungere i ventuno centimetri, ma di solito è al di sotto dei venti. Il corpo è ricoperto da una corazza ossea con aculei arrotondati e una corona protettiva della stessa natura e consistenza cinge la testa.  Questa caratteristica lo preserva dalla maggior parte dei potenziali predatori, che gradiscono specie meno coriacee. Gli è favorevole anche la grande capacità mimetica. Di colore tra il verde scuro e il marrone, che tende al giallognolo, ha macchie bianche e strisce sull’addome per confonderlo gli altri elementi animali e vegetali che compongono il suo habitat.

 Il cavalluccio è dotato di una pinna dorsale e di pinne pettorali in corrispondenza delle branchie. Manca, invece, la pinna caudale nella sua versione classica, che ha lasciato il posto a una coda prensile, con la quale l’animale si ancora alle spugne e alla Posidonia, ma che tiene arrotolata quando nuota.

Altra particolarità del cavalluccio marino è la posizione eretta, verticale, che lo fa procedere solo in avanti, giacchè non può nuotare all’indietro. Peraltro, si tratta di un nuoto lentissimo, a casa della piccolezza delle pinne, perciò si sposta grazie al movimento delle correnti. Grazie alla vescica natatoria può galleggiare.

Nonostante la lentezza e la piccola stazza, l’ippocampo è un predatore molto abile nel procurarsi il cibo, formato perlopiù da piccoli crostacei, larve di pesci e plancton, che cattura con una tecnica abbastanza raffinata, aspirandoli con il suo muso allungato e, poiché è privo di stomaco, ha necessità di nutrirsi di continuo.

Le femmine sono più grandi dei maschi, che hanno un ventre molto più pronunciato. Tutto funzionale alla particolarità che più contraddistingue i cavallucci marini, ovvero l’inversione dei ruoli per quella che è definita gravidanza maschile. La specie è monogama e ovovivipara. Le femmine depositano le uova in una sacca di cui è dotato il maschio. Ė lui a portare avanti la gestazione per circa tre settimane, prima di partorire circa 500 avannotti, che da quel momento non usufruiscono più di alcun accudimento. Dopo la nascita, entrano in una fase planctonica che dura intorno alle otto settimane.

Il cavalluccio vive tra i quattro e i sette anni. Pur non essendo considerato particolarmente a rischio, subisce la perdita degli habitat costieri ed è stato oggetto di una pesca eccessiva per essere utilizzato dalla medicina asiatica e per essere essiccato e trasformato in gadget.