Velocità sembra sinonimo di efficienza, di successo e di valore personale. Ogni minuto deve essere produttivo, ogni secondo deve portarmi un passo più avanti. Il rallentare e il pazientare appaiono come atti contrari al buon senso, quasi uno spreco di tempo. Una profonda saggezza, tuttavia, si cela in questi gesti apparentemente inattivi.

Rallento e mi sottraggo alla frenesia, torno all’ascolto degli altri, della realtà e di me stessa. Non fuggo, osservo. Mi fermo per comprendere meglio, per dare tempo alla riflessione di emergere sopra il rumore dell’urgenza. Un’azione consapevole di coraggio, che implica la rinuncia all’immediatezza del risultato e all’illusione del controllo. Vado più adagio, vedo con chiarezza e fiorisce un agire intuitivo.

La pazienza, sorella stretta del rallentare, è una virtù che alleno nei momenti in cui la vita non segue i miei piani. Aspetto senza inquietudine, mi fido del tempo e dei suoi ritmi naturali. Non è passività, ma accoglienza attiva. Dolce maestra, mi insegna a non lasciarmi travolgere dall’ansia di ottenere tutto e subito. I frutti più maturi richiedono cura, dedizione e attesa.

Mi alleno alla pazienza e alla lentezza e rivolgo il mio sguardo alla profondità, alla capacità di trovare valore nei processi, non solo nei risultati. Rallento e paziento, è pienezza dell’attimo presente, è contatto con l’essenza.

Silenzio non clamore, lentezza non corsa, attesa più che pretesa. Rallento ed ho pazienza: una rivoluzione che mi porta ad essere più umana, più consapevole, più serena e soprattutto più libera.

Rallento e paziento verso una saggezza che mi insegna a vivere in armonia con il tempo e con chi davvero sono e in questo sapermi fermare fluisce la Vita.