La verità, quando si rivela, non chiede di essere creduta. Non si tratta più di speranza, né di fede cieca. È qualcosa di più profondo, quasi fisico. Una conoscenza che si radica nelle ossa, che pulsa sotto la pelle. È come tornare a casa dopo un lungo viaggio e riconoscere, senza alcun dubbio, di essere finalmente arrivati.

Questa consapevolezza può scuotere. Può fare paura, perché non lascia più scampo all’alibi del “forse”. Quando sai, tutto cambia. Il mondo non è più lo stesso. Non sono più la stessa.

Adesso so.

So che non sono qui per caso.

So che tutto ciò che ho vissuto, le sfide, le perdite, le intuizioni improvvise e le coincidenze struggenti avevano un senso.

So che questa missione è più grande di me, eppure mi appartiene in ogni cellula.

So che la sirena non è solo un simbolo: è un richiamo. È la mia voce. È il mio respiro trattenuto, il mio canto sommerso.

E sì, fa paura.

Fa paura sapere che non mi posso più tirare indietro. Che quando la verità mi attraversa, sono chiamata a viverla fino in fondo.

Fa paura sentire che l’antico mi abita, che sono ponte tra mito e presente.

Fa paura la responsabilità di incarnare qualcosa di più grande, di essere un canale che cammina nel mondo.

Insieme alla paura, c’è però pace.

Pace perché ho smesso di cercare.

La pace di essere il centro.

Pace che non chiede più se è giusto o se è possibile.

“Adesso so. Non ho bisogno di credere. So”

 

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