Stamattina un’amica mi racconta una storia strana. Come ogni giorno, si reca al solito parco per la solita passeggiata, ma qualcosa rompe la routine. Tre volanti delle forze dell’ordine circondano un’auto parcheggiata. L’atmosfera è tesa, l’agitazione evidente: un passante ha notato una carica di dinamite sul sedile posteriore e ha lanciato l’allarme. La polizia si prepara a forzare la portiera, quando la mia amica interviene: quella “carica di dinamite” è in realtà una scultura. È un’opera d’arte, nulla di pericoloso. Lei conosce l’artista, può garantire. L’allarme si sgonfia come un pallone bucato.
La sera, un amico mi descrive una storia diversa, ma forse solo in apparenza. Vive una relazione con una donna molto più grande di lui. C’è tenerezza, attrazione, ma anche disagio: non gli piacciono le sue rughe. Per superare questo fastidio, trova una soluzione ingegnosa. Quando sono insieme, accende una luce rossa soffusa: quella luce magica cancella le imperfezioni, liscia la pelle e trasforma la donna in una creatura giovane, almeno ai suoi occhi. Così il desiderio può fluire libero, senza inciampi.
Due vicende, due scenari lontani, eppure intimamente legati. Ci parlano della stessa verità profonda: la Realtà non è come appare. Battiato canta “niente è reale”. Ciò che vedo, ciò che temo, ciò che desidero, tutto passa attraverso il filtro del mio sguardo, delle mie aspettative e dei miei pregiudizi.
Quante volte mi allarmo di fronte a un pericolo solo ipotizzato, come la “bomba” che è invece una scultura? Vivo immersa in simboli, immagini, apparenze che si travestono da minacce, ma che sono solo equivoci, fraintendimenti o addirittura opere d’arte della Vita. E quante altre volte, al contrario, preferisco edulcorare i fatti, mascherarli e adattarli alle mie presunte esigenze, pur di rendere il momento più sopportabile? L’amico che accende la luce rossa proietta solo un sogno, un’illusione necessaria per non spezzare la magia di cui crede di avere bisogno…e il gioco con cui vela lei serve solo, invece, a nascondere le sue increspature.
Siamo come attori su un palcoscenico traboccante di scenografie mutevoli: la Verità si cela dietro tende semitrasparenti, che a volte alziamo con coraggio, a volte lasciamo cadere per paura di ciò che potremmo scoprire. Viviamo di interpretazioni, di narrazioni, di racconti che plasmano ciò che chiamiamo “reale”. Ma quanto è davvero reale ciò che percepiamo? E quanto è solo il riflesso delle nostre speranze, delle nostre paure e dei nostri sogni?
Accettare questa ambiguità è difficile, ma affascinante. Imparare a muovermi tra ombre e luci, tra ciò che inganna e ciò che rivela, non per smascherare tutto, non per disilludermi a ogni costo, ma per abitare la complessità e per godere della bellezza che si nasconde proprio nell’incertezza.
La realtà è una tela su cui ognuno dipinge coi propri colori. Sta a noi decidere se vogliamo guardarla, con un cuore in pace ed accogliente, alla luce cruda e calda del sole oppure accendendo una soffusa e consolante lampada rossa.
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