Una grande varietà di habitat, tutti di altissimo valore ambientale, creano le condizioni ideali per una notevole biodiversità di specie sia vegetali che animali.
A custodire questo patrimonio è l’Area Marina Protetta che dal 12 dicembre 1997 tutela il mare intorno alle isole di Ventotene e di Santo Stefano, nell’arcipelago delle Pontine, entrambe già oggetto di una speciale salvaguardia con le Zone Speciali di Conservazione riservate ai rispettivi fondali. Gestita dal Comune di Ventotene, l’AMP ha un’estensione di 2799 ettari che corrisponde a 9836 metri di costa, pari al perimetro delle due isole. Separate da un fondale basso, che poi scende rapidamente fino a una profondità di oltre cinquanta metri anche a poca distanza dalla linea di costa.
HABITAT
L’Area presenta importanti praterie di Posidonia oceanica, che cresce rigogliosa sulle rocce come anche sul sostrato sabbioso fino a circa quaranta metri. Tra le piante marine vivono e si riproducono pesci pettine, triglie, rombi, pesci lucertola, tracine, occhiate, donzelle, bavose, corvine e saraghi.
Oltre alla specie più diffusa e conosciuta del Mediterraneo, non manca un’altra fanerogama marina, la Cymodocea nodosa. Le fitte distese verdi offrono rifugio a numerose specie animali non meno delle tante grotte e anfratti che caratterizzano i fondali rocciosi di vari tipi di coralligeno, dove è molto diffusa la rosa di mare, un’alga rossa sciafila che cresce preferibilmente proprio su quel sostrato.
E sul coralligeno crescono le alghe brune del genere Cystoseira, le cui foreste sommerse contribuiscono anch’esse notevolmente allo sviluppo della biodiversità, oltre a svolgere una preziosa funzione nella produzione di ossigeno e nell’imprigionamento di anidride carbonica.
Altra particolarità dell’Amp pontina è la notevole presenza di grotte e di anfratti, che creano nelle rocce, già a una bassa profondità, ambienti sciafili, ovvero poveri di luce, che solitamente si trovano a profondità maggiori. E lì sono di casa le gorgonie (Paramuricea clavata), che tingono di rosso intenso e violaceo ampi tratti dell’area protetta. Con il loro vivido color arancione, le margherite di mare (Parazoanthus axinellae) sono diffuse anch’esse nelle tante cavità, dove trovano rifugio ideale murene, polpi e cernie. I pesci pelagici come ricciole, lampughe e tonni hanno il loro regno nei punti più profondi, che sono anche a poca distanza dalla costa.
Frequenti sono gli avvistamenti di cetacei in tutta l’Area: capodoglio, stenella, globicefalo e anche il rarissimo delfino comune. E vi si incontrano anche le tartarughe Caretta caretta.
ZONAZIONE
Informazioni & Regole
Attività | Zona A | Zona B | Zona C |
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Balneazione / Snorkeling | |||
Immersione con autorespiratori | |||
Pesca sportiva di superficie | |||
Accesso e sosta natanti a bassa emissione | |||
Navigazione natanti a motore | |||
Navigazione a vela e/o a remi | |||
Pesca subacquea | Vietata in tutta l'AMP |
Consentito (Permitted)
Consentito previa autorizzazione (To be authorized)
Non Consentito (Not allowed)
Nell’AMP la zona A di riserva integrale è davanti all’isola di Santo Stefano e lì sono vietate tutte le attività, a parte quelle autorizzate per la ricerca scientifica. Nella Zona B di riserva generale, la più ampia, la navigazione è consentita solo a oltre 500 metri dalla costa, mentre è permessa a una distanza inferiore solo per i cittadini delle isole; sono consentite visite guidate e immersioni previa autorizzazione. Tutta la parte restante dell’AMP, compreso il porto, è Zona C di riserva speciale e vi sono consentite navigazione, pesca e immersioni senza autorizzazione.
Nei fondali delle isole sono presenti relitti di navi romane, i cui reperti sono esposti nel Museo archeologico comunale.
SITI ARCHEOLOGICI
Nei fondali dell’Amp sono stati individuati nel tempo vari relitti navi romane, i cui reperti sono esposti nel Museo storico-archeologico nel centro di Ventotene. Molto più recente è il relitto del “Santa Lucia”, il piroscafo affondato il 23 luglio 1943, che giace, diviso in due tronconi, nel mare, due miglia a nord-ovest di Punta Eolo, a una profondità tra i 39 e i 46 metri. Ventotene, la Pandataria dei Romani, proprietà dell’imperatore già sotto Augusto, è custode di importanti siti archeologici, la maggior parte dei quali è collegata al mare. A cominciare dall’imponente scalo portuale romano, non distante dall’approdo attuale, interamente scavato nella roccia tufacea, protetto dai venti di tutti quadranti e con grandi bitte ancora ben visibili sulla banchina. Di epoca romana sono anche le saline e, nei pressi del faro, i resti di una enorme peschiera, dalle grandi vasche di tufo, con canali che garantivano l’accesso e il ricambio di acqua salata. Una struttura “di servizio” in cui sono ancora visibili tracce di stucchi colorati. Più nell’interno, nella parte meridionale dell’isola, a poca distanza dalla centrale Piazza Castello in cui ha sede il Museo, si trovano la Cisterna di Villa Stefania di circa 700 metri quadri e la più ampia Cisterna dei Detenuti di circa 1200 metri quadri, preziosi invasi scavati nel tufo per la raccolta dell’acqua piovana, necessaria per la vita sull’isola. Il sito più significativo è a Punta Eolo, affacciato sul mare lì dove nasce il sole e con vista su Ponza, dove sono visitabili le vestigia della grande Villa Giulia, costruita nel I a.C. per volontà dell’imperatore Augusto, che l’aveva destinata a residenza privata. In seguito, divenne luogo di esilio delle donne della famiglia imperiale accusate di delitti o ripudiate, tra le quali la stessa Giulia, figlia di Augusto. Il complesso comprendeva l’elegante villa marittima e la villa rustica per le produzioni agricole, un maneggio, giardini, ninfei e un ben conservato impianto termale scavato nella roccia costiera, in completa armonia con l’ambiente naturale circostante.