Ad appena sei chilometri a nord-ovest del centro di Trieste, proteso nel mare a chiudere la spettacolare baia di Grignano, il promontorio di Miramare si distingue per l’imponente castello ottocentesco dalle linee gotiche che lo sovrasta.
Tutt’intorno, si estende un vasto parco, che l’arciduca Massimiliano d’Austria volle ricco delle più diverse specie arboree per essere degno contorno alla sua residenza. Il grande valore naturalistico del sito trova piena corrispondenza anche nel mare che circonda il promontorio di roccia carsica, tanto che nel 1986 vi vide la luce la prima riserva marina d’Italia, affidata in gestione al Wwf. Ė anche un’ASPIM, Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo; è un Sito di Interesse Comunitario della Rete Natura 2000 ed è Riserva della Biosfera sotto la tutela dell’Unesco.
GLI HABITAT
ZONAZIONE
IL MUSEO
L’AMP di Miramare si caratterizza per ben quattro habitat, ciascuno con specifiche peculiarità e grande biodiversità.
L’ambiente di marea, caratteristico dell’Alto Adriatico, è quello compreso tra il livello massimo e quello minimo che raggiungono le maree, in un alternarsi continuo, ogni sei ore, tra emersione e sommersione. Le specie che lo popolano, quindi, si sono dovute adattare a questa particolare condizione, per riuscire a sopravvivere anche nelle fasi in cui sono fuori dall’acqua. Tra quelle specie c’è anche la Bavosa pavone (Salaria pavo), scelta come simbolo dell’AMP. E inoltre, balani, mitili, granchi, pomodori di mare, succiascogli. Tra le alghe, l’alga bruna (Fucus virsoides), relitto dell’ultima glaciazione, che risulta in forte regresso nel golfo di Trieste.
L’ambiente detritico o di scogliera che connota, oltre alle rocce costiere, anche le scogliere sotto il castello, ospita organismi bentonici molto vari come anemoni di mare, nudibranchi, madrepore, spugne canne d’organo, astici, polpi, labridi, saraghi, corvine. Nella scogliera sono insediati datteri e spugne perforanti. Vi si trovano Alghe verdi e brune. Le scogliere sommerse e i faraglioni sono regno del Marangone dal ciuffo (Phalacrocorax aristotelis), uccello protetto dalla Rete Natura 2000.
I fondali di sabbia e fango sono abitati da oloturie, stelle serpentine, spirografi, sogliole, seppie che si mimetizzano sul fondo e piccoli pesci bentonici come triglie, gattucci e gallinelle. C’è anche, seppure in regresso come altrove, la Pinna nobilis il più grande mollusco del Mediterraneo, sulla cui conchiglia vivono spugne, ascidie, molluschi e crostacei, facendone un vero e proprio habitat specifico.
Il dominio pelagico, lontano dalla battigia e dalle scogliere, comprende organismi di zoo e fitoplancton, meduse e i grandi pelagici come verdesche e tonni e ancora saraghi, orate e castagnole in branchi. Non mancano tursiopi, tartarughe e aquile di mare. Quel tratto di mare è frequentato, inoltre, da vari uccelli marini come sule, svassi, strolaghe mezzane e beccapesci.
L’AMP comprende una zona a tutela integrale di 30 ettari che si sviluppa per una lunghezza di quasi due chilometri di costa fino ai 200 metri di larghezza; all’esterno, per una larghezza di 400 metri, si estende la zona a tutela parziale di ulteriori 90 ettari, dove sono vietati la pesca professionale, transito e ancoraggio, attività subacquea e balneazione, fatta eccezione per le attività organizzate dall’ente gestore. I fondali sono poco profondi, fino a un massimo di 18 metri.
Nell’AMP è possibile praticare il seawatching dei fondali. Snorkeling estivo fatto da biologi e naturalisti del Wwf.
Nelle antiche Scuderie del Castello si può visitare il BioMa, il Museo della Biodiversità marina.