“Respiro” e dico chi sono. Semplice, quasi invisibile e profondamente legato alla vita. Soglia tra corpo e mondo, tra ciò che è dentro e ciò che mi circonda fuori. Prima cosa che faccio quando nasco ed ultima quando muoio.

Respiro è consapevolezza: se mi sento sopraffatta, quando il mondo diventa troppo veloce o troppo rumoroso, cerco il mio respiro. In questo gesto antico ritrovo me stessa. Inspiro profondamente, trattengo e lascio andare. È un ritmo che conosce ogni emozione: accelera quando corro o ho paura, si fa lento quando sono in pace, si blocca quando qualcosa mi sconvolge. E ogni volta che ne prendo coscienza, ritorno presente, ritorno intera.

Respiro mi collega al mondo. Nelle relazioni autentiche, quelle in cui mi sento vista davvero, respiro insieme. Una sintonia invisibile di pause, sguardi, silenzi condivisi. Il respiro dell’altro mi insegna ad ascoltare, a rallentare, a essere meno egocentrica e nel tranquillo respiro di chi mi è vicino trovo rifugio.

Un ampio respiro e sento la natura. Il vento tra gli alberi, le onde del mare, il canto degli uccelli all’alba: tutto respira insieme. E’ l’Universo stesso che ha un ritmo, un’espansione e una contrazione, un battito simile al mio, che diventa preghiera, stupore, appartenenza.

“Ho bisogno di aria”, “mi manca il respiro”: sono oppressa e il respiro è spazio, è possibilità. È libertà di fermarmi, di scegliere, di cambiare direzione. È ciò che mi restituisce la vita nei momenti più bui.

Respirare è un modo di vivere. Attenzione, presenza, contatto. Apro le porte della mia interiorità e mi guida.

Respiro, la mia parola, il mio esistere.

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